Filomena

Racconto
A parole gentili spesso non ci si intende. Meglio i fatti. La Filomena ficca il naso sempre nelle faccende altrui e con la scusa di smistare bene la spazzatura, e di imporre un codice di civiltà al condominio, fruga nei bidoni per risalire a chi butta questo e quello. Napoletana, biondo tinta e in un ancor accettabile sovrappeso, fa le pulizie in una ditta e perciò di pulito se ne intende. Nel palazzo si sente “capa”. Ha un marito tre spanne più basso di lei, afono e col labbro leporino. Parla poco, ché tanto parla sempre lei, e anche quando lo fa le parole sembrano suoni strappati a forza. La Filomena si allarga col ragazzo che raccoglie i sacchi della spazzatura e pulisce il cortile. E’un egiziano rotondo coi baffetti, un tipo mite e gentile che la sopporta. Fino a quando, un mattino, in uno slancio di vampe ormonali lei, la Filomena napoletana e capa, gli dice quanto deve essere fortunata la sua ragazza ad avere vicino un ragazzone così. “Perché ce l’ha la ragazza, no??” Lui sorride imbarazzato e lei subito sbraca lo spiraglio appena aperto chiedendogli se al suo paese fanno la danza della pioggia, perché qui è tanto che non piove e ci vorrebbe proprio. Egitto, Arabia, Perù, Ucraina: gli stranieri per lei son tutti indigeni uguali. Lui non replica, mantiene incollato il sorrisino di prima, annuisce e simula perfettamente l’espressione di quello che ancora non intende la lingua. Svelto ammassa i sacchi neri, leggero nonostante la rotondità, e si defila, quasi un ologramma nel caldo afoso. La Filomena, rimasta sola in mezzo al cortile, grida alle donne affacciatesi alle varie finestre che al supermercato c’è il tre per due, che l’amministratore verrà per la faccenda del portone e che non se ne può più dei cinesi. E altro e altro che le viene lì per lì, come ogni sabato mattina quando il cortile diventa la sua arena.

Il lunedì l’ egiziano non si presenta. Ha chiesto e insistito per un cambio di sede. Un altro approccio della bionda e sa bene che potrebbe metterle le mani addosso, e non certo nel senso in cui lo vorrebbe lei. La Filomena invece al lavoro ci va e fedele al suo rito prima di lasciare la palazzina scoperchia i bidoni, raccatta i sacchetti, li apre e fa i suoi commenti ad alta voce sulla poca coscienza della gente al riciclo. Oggi ha fretta, non c’è traccia del ragazzone, e fa già caldo. Ma un sacchetto bianco in fondo al bidone l’attira come l’ultimo bignè mignon su un plateau dorato. Lo prende, lo scartoccia, lo scartoccia con frenesia crescente quasi intuisse ciò che l’aspetta: è pieno di merda. “Maiali!” urla “Nella plastica l’han messa!”
📚 Gli inediti di Elena Soprano
Filomena blu
Illustrazione di Marina Marinelli
www.marinamarinelli.com
Elena Soprano Libri 
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