La danza

Overview Editore, 2019
Uno. Due. E tre. ‘15, ‘17 e 2019. Con cadenza biennale, questa è la terza raccolta di poesie che nasce da una proposta tematica, collegata più o meno direttamente o esplicitamente a manifestazioni di arte visiva.
Dopo l’Acqua, elemento primordiale, mezzo meccanico di sostegno della vita, nutriente fondamentale e luogo preferenziale di concepimenti e parti, abbiamo passato in rassegna i Vizi come sedimenti culturali delle inevitabili stratificazioni della storia delle civiltà.
Ora, dagli Stivali, attrezzature nella loro essenza umili e utili in molte circostanze, ma anche espressione di lusso e di superfluo, cosa ci si può aspettare?
Di canalizzare, innanzitutto, il desiderio e la necessità di testimoniare, simbolicamente, anche attraverso le forme e i materiali degli oggetti quotidiani, la propria storia singolare. Perché la poesia serve per tirare fuori quel che rimane o rimarrebbe nascosto. Attraverso l’arte, infatti, si persegue un obiettivo di autenticità altrimenti negato. Esigiamo da noi stessi, a più riprese nel corso dell’esistenza, un’espressività che permetta al contempo identificazione e distinzione, lasciando libero e udibile il nostro canto interiore.
Dalla prefazione di Paola Zan
La danza

Aveva un ritmo di συρτός
conservato
in un vecchio stivale
dal tacco a metà
l'effetto era quello
di un passo trascinato
e tutti dicevano
che era per una cancrena
di scarpe troppo strette
forse da festa
o da guerra
e che per questo ora calzava
solo stivali da uomo
larghi come fiumi...(continua)
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Poesia sugli Stivali
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