L’avventura dell’Isuppec

Capitello editore, 2001
Che strano condominio e che strani inquilini!
Bambini che mangiano le foglie dell’albero che si trova nel cortile, pittrici che dipingono sempre le stesse cose, un amministratore con metodi strani per mantenere l’ordine e poi c’è lui… l’Isuppec con un gatto. Ma c’è anche un grillo che disturba la quiete del palazzo e che va «aspirato»!
Purtroppo l’aspirato non sarà lui ed all’Isuppec capiteranno strane avventure, chissà se riuscirà a finire il suo libro? Già perché l’editore, anche lui molto strano, non gli dà pace.
L’illustratore AntonGionata Ferrari è nato a Brescia il 23 dicembre 1960. Dopo la maturità scientifica si è diplomato presso l’Istituto Europeo di Design di Milano. Per molti anni ha lavorato attivamente nel cinema d’animazione, collaborando come animatore e scenografo con la casa di produzione Quick Sand di Milano.
Attualmente lavora soprattutto come illustratore per la pubblicità e l’editoria. È stato premiato al festival di grafica umoristica di Bordighera, Marostica e Dolo e selezionato come finalista al concorso internazionale di cinema d’animazione di MTV a Los Angeles. Negli ultimi anni ha illustrato per Mondadori, Salani, Bompiani, Piemme, Piccoli e Il capitello.
Una delle proposte operative: disegnare.
Che strano condominio e che strani inquilini! Ricordi il nome di tutti? Ecco un gioco di memoria da fare con i tuoi amici. Disegna la facciata del palazzo, come è descritta nel racconto, su un grande foglio poi incollalo su del cartoncino rigido ritagliando tutte le finestre in modo che rimangano le imposte da poter aprire e chiudere. Adesso prepara dei cartoncini bianchi poco più grandi delle finestre e su ciascuno di essi disegna il ritratto di tutti gli inquilini e degli altri personaggi che appaiono nel libro. Sistemali dietro ciascuna finestra con le imposte chiuse, tienili fissati con un po’ di adesivo rimovibile. Apri le imposte per 10 secondi in modo che i tuoi amici possano memorizzare bene tutto quanto. Ora richiudi le imposte e scambia il posto a due personaggi. Riapri le imposte e chiedi ai tuoi amici di indovinare lo scambio. Ripetere il gioco scambiando più personaggi. Vince chi indovina più scambi e più velocemente. Per rendere il gioco più difficile, e più divertente, aggiungi dei personaggi che non esistono nel libro.
🛒 Disponibile in:
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L’avventura dell’Isuppec

Estratto

Nel palazzone quadrato
In una grande città piena di fumo e di traffico, senza neanche un’aiuola per giocare alle biglie o un pezzetto di prato per stanare i grilli, c’era un palazzone di forma quadrata. Dentro questo palazzone c’era l’unico pezzetto di giardino di tutta la città. Anche questo di forma quadrata. In mezzo al giardinetto c’era un tiglio, alto fino all'ottavo piano, ma secco e striminzito come un palo della luce. Le sue foglie piacevano moltissimo agli inquilini del palazzone che le strappavano di continuo. I signori dell’ottavo piano le usavano al posto dei fazzoletti di carta: bastava che si sporgessero dalla finestra per strapparne una. Un sistema come un altro per non andare al supermercato e non uscire di casa. Nessuno sapeva che faccia avessero o che lavoro facessero, questi inquilini. Nessuno li aveva mai visti, né incontrati per strada o sulle scale. L’inquilino del settimo piano era il vecchio e sinistro amministratore, sempre impegnato a fare i conti e ad arrotondarli. Era convinto che tutti volessero fregarlo e non si fidava di nessuno. Neanche del cartolaio sotto casa. In tanti anni non gli aveva mai comprato un block notes o un quaderno. Le rate condominiali per gli inquilini le scriveva sulle foglie di tiglio, con penne biro rubate all'ufficio postale.

(da L’avventura dell’Isuppec)
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